La partenza

 

Dopo che eravamo saliti sul ballo assieme io e Barbara ci eravamo ancora visti parecchie volte, veniva dal “ Rocass” a portare le pecore al pascolo nei boschi e faceva in modo che venissero a bere proprio nel canale che passava al termine dei filari di vite di zio Secondo, io facevo in modo di trovarmi lì al momento giusto.. lo zio lo sapeva e mi mandava sempre a cercare il posto dove : quella gallina faceva le uova nascoste nel bosco.

Ma ora era tempo di tornare a casa. Le feste erano finite e il nonno seppure a malincuore doveva tornare , e io stavo peggio di lui, quel pomeriggio che cominciavamo a prepararci lo Zio vedendo i miei occhi lucidi mi disse :- Hai voglia di salire al “Rocass” e dire ad Oreste ( il padre di Barbara)

che domani mi serve del latte di pecora per fare il formaggio? :- Io ero sorpreso ma non me lo facevo dire due volte ;partii come una scheggia di corsa in mezzo ai solchi delle vigne su a salire verso la cima della collina,la srada era lunga ben presto camminavo solo più , e mi guardavo attorno.

L’ “Rocass” aveva proprio il nome azzeccato , le viti crescevano stentate e rinsecchite in mezzo ai sassi,uno o due grappoli per pianta , zio Secondo diceva : “ la cosa migliore che dio abbia creato subito dopo l’ uomo è il vino del Rocass , poco ma buono, dopo circa una mezzora ero giunto vicino alla cascina, mai vista una casa più brutta, malfatta, scrostata, fatta di pietre, e screpolata , appena il cane si mise ad abbaiare , Baarbara come se mi stesse aspettando, usciva dalla stalla e correndomi incontro mi prendeva per una mano e tirandomi mi diceva “ vieni a vedere, sono nati due agnellini” - e mi tirava nella stalla,lì vicino ad una pecora c’erano due agnellini nati da poco, li stavamo accarezzando ; quando quando dietro ame una voce che rimbombava come un tuono nella stalla vuota -: Guarda qui mio genero !!!.”- Mi voltavo di colpo : Un uomo non molto alto ma tarchiato , con una testa di capelli 

di capelli rossi era dietrodi noi, io sorpreso dissi balbettando :- “zio…il latte per domani….”-

-“ Vieni che ti do una cosa da portare atuo nonno !” – Mi rispondeva con una punta di misterioso,intantio e Barbara eravamo usciti, mi faceva vedere i fiori del suo giardino, poi sempre tirandomi per mano ,mi portava in cucina e mi mostrava un bambolotto fatto di stoffa ,con i capelli di lana :- l’ Ho fatto io a scuola , e mi hanno detto che sono Brava “- Sua madre allora interveniva e diceva :- “Ma lascialo stare , altrimenti se fai così non viene più a trovarti”  E rideva . Allora io gli dissi che che il giorno dopo al mattino presto saremmo tornati a casa , Barbara smise di colpo di ridere e tutta la sua allegria sparì di colpo e con la voce già strozzata dalla voglia di piangere :-“ vai gia via?”.e

i suoi occhi sintanto si riempivano di lacrime mentre correva dietro a casa . Oreste intanto era tornato con due bottiglie di vino e porgendomele:- tieni! Portale a Giacomo ( il nonno ndr.):sono del Rocass, sono di quello buono! E così dicendo strizzava l’ occhio , poi guardandosi attorno :- “ E Barbara? Dovè andata? Barbara!!! Vieni a salutare che loro partono!!!”- Gridava.

Barbara usciva da dietro la legnaia asciugandosi le lacrime con la manica del grmbiulino , e mentre tirava su con il naso mi diceva: - “Ciao torni ancora?” Ed Oreste : -“ Ma sì che torna ancora vero?… Ora dagli un bacio ! Su ! – E lei mi dava un bacio sulla guancia ed io stringendogli la manina gelata lo ricambiavo , ma avevo anche io qualche cosa in gola che non andava ne su ne giù riuscivo solo più a dire :-“ Arrivederci a tutti !” E poi scappavo via di corsa per non farmi vedere a piangere ma appena dietro alle viti mi sedetti a terra e scoppiai a piangere , e più ci pensavo più singhiozzavo , sono rimasto lì fino a quando non mi è passato, poi piano piano sono tornato a casa dello zio . Quando sono tornato era già quasi buio ma ne zio ne il nonno mi dissero nulla, vedendomi in faccia avevano capito senza che parlassi. Poi il nonno battendomi bonariamente la mano sulla spalla mi disse :- “ Allora un altr’anno mi accompagni di nuovo?”.

Io scappai di nuovo dietro a casa con il magone : Anni? Ma non passano mai più! Chissa perché per i grandi un anno non è nulla ?!!

Ad un tratto sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla e Zio Secondo si sedeva vicino a me, poi dandomi uno scossone:-“ Su dai! Vedrai come passa in fretta il tempo! Anche trop! E più verrai vecchio più passerà in fretta “ Aggiungeva con una punta di rammarico.

 -“Ora vai a mangiare” E mi tirava per il braccio mentre si alzava , poi mi faceva una promessa sussurrata in un orecchio :“ Se a San Lorenzo , Oreste la lascia venire , la porto giù con me a trovarti !

 

 

 

L’Nini