19 luglio 1747 i piemontesi sconfissero le truppe franco- spagnole

Antefatto storíco. Anno 1747: la guerra di Successione Austriaca, che vede il Piemonte alleato dell'Austria contro Francia e Spagna. volge ad un termine non favorevole ai Re di Francia. Nel tentativo di aumentare il proprio prestigio in vista delle possibili trattative per la pace, il Sovrano francese ordina una contro offensiva a partire dalle Province Unite (Provenza) diretta verso Genova. Che però si arena contro la strenua difesa Austro - Piemontese. Viene allora deciso di tentare' per l' ennesima volta, una profonda penetrazione in Piemonte dal confine ovest attraverso la Valle della Dora. Avuto sentore dell'accumulo di truppe Franco-Spagnole nel Delfinato al comando del cavaliere Armando Fouquet di Bellisle, il Sovrano piemontese ordina di rinforzare il confine ovest; i lavori di fortificazione del Colle dell' Assietta fanno parte di questa strategia difensiva.

Il sentiero sulla cresta che divide le Vallate della Dora e del Chisone ( attuale strada militare ) era percorsa da tempo immemorabile dai valligiani e dai mercanti in víaggio, quindi si trattava già allora di una via facilmente transitabile. che conduceva direttamente a Susa scansando le fortezze di Exilles e di Fenestrelle, baluardi difensivi dei due fondovalle. Quella posizione sovrastante era stata da tempo individuata dal coniando Piemontese come difendibile. infatti, le costruzioni difensive vennero iniziate già nel 1746; nella tarda primavera del 1747, con il pericolo dell'invasione dal Delfinato. i lavori vennero accelerati.

Si trattava di muretti alzati a secco, secondo la moda montanara. che cingevano tutto il colle dalla testa dell' Assietta fino al Gran Serin; esisteva anche una ridotta difensiva più in basso verso la Valle della Dora, lungo il Rio Bacon. I punti di forza della struttura difensiva che si rivelarono poi essere determinati, erano due: la 'Butta' ' cioè l'opera a tenaglia che difendeva la Testa dell' Assietta. e la ridotta sulla vetta del Gran Serin. Le truppe Franco-Spagnole, circa 20000 uomini al comando del cavaliere Armiando Fouquet di Bellisle, traversarono il Monginevro tra il 15 ed il 16 luglio accampandosi a Pragelato ed a Sauze d'Oulx, Ad attenderli, dietro i trinceramenti dell' Assietta, erano circa 5500 uomini tra Piemontesi, Austriaci, Svizzeri e milizie Valdesi, senza cannoni, agli ordini del generale Giovanni Battista Cacherano conte di Bricherasio).

La Butta era difesa dalla crema dell'esercito Piemontese, il battaglione Guardie agli ordini del maggiore Paolo Novarina di S. Sebastiano mentre l'altra posizione critica, il Gran Serin, era presidiato da battaglioni Svizzeri, Austriaci e da milizie Valdesi. Le milizie Valdesi erano utilizzate anche come esploratori e sentinelle avvanzate

I1 mattino del 19 luglio, annunciati dai tanburi i Franco-Spagnoli si attestarono in vista dall'Assietta. in attesa delle decisioni del Bellisle. Il piano del Comandante francese era al tempo stesso semplice ed articolato: prevedeva infatti di suddividere le forze in tre colonne. portarle sotto i punti critici dello schieramento Piemontese ed attaccare contemporaneamente, onde aver ragione m breve tempo delle difese nemiche e tagliare loro ogni possibile ritirata verso il fondovalle. La prima colonna doveva assalire le posizioni del rio Bacon, la seconda attaccare la Testa dell'Assietta, mentre la terza, scendendo a sud per il vallone dell'Assietta doveva investire il lato meridionale del Gran Serin.

Nel frattempo, i Francesi piazzarono una batteria d'artiglieria in posizione rialzata di fronte alla testa dell' Assietta ed alle 4 dei pomeriggio iniziarono il tiro verso la Butta. Quanti fossero questi cannoni non è storicamente certo, alcuni autori parlano di 13, altri di sette; nelle Stanze dei Bartoli si legge che cominciarono a sparare prima quattro, poi sette poi nove cannoni. E' certo comunque che fossero pezzi di piccolo calibro, probabilmente dei "4 libre" tant'è che non inflissero grossi danni alla Butta, che mantenne intatto il suo potere difensivo. Dopo mezz'ora di cannoneggiamento le truppe Franco-Spagnole attaccano e subito si capisce che i Piemontesi son ben decisi a resistere sul posto ( bogia nén ). Le perdite tra gli assalitori sono subito gravissime, anche se le prime scariche di fucileria passano quasi inosservate, tanto è l'impeto degli attaccanti. La sorte peggiore tocca inizialmente alla colonna che attacca sul versante della Dora, verso il rio Bacon: qui la salita è particolarmente impervia e gli assalitoti restano più a lungo sotto A fúoco dei Piemontesi, che, al riparo dietro i muretti, eseguono un fuoco di fila micidiale. Questo primo assalto sembra sia costato quasi duemila morti in poche decine di minuti .

Di fronte alla Butta e lungo la testa dell' Assietta i combattimenti si fanno sempre cruenti, e gli ufficiali francesi di rango superiore marciano in testa alle truppe, che li seguono con grande ardimento, nonostante il numero enorme di morti e feriti che intralciano il loro cammino.

Visto il gran numero di perdite e l'impotenza delle sue truppe a superare le difese Piemontesi nonostante il coraggio e l'abnegazione, lo stesso Bellisle si getta nella mischia. Strappata la bandiera coli i gigli dorati ad un Alfiere corre alla testa delle sue truppe, sale pendio che conduce alla Butta, si inerpica sul muretto e pianta la bandiera sul suolo Piemontese con una frase tramandata dalla leggenda: "Le voilà, dans la terre de le Roy." Subito dopo, colpito da più parti, cade trai suoi soldati.

La battaglia continua ad infuriare e gli assalti Francesi si susseguono ad ondate. A pomerggio avanzato, il Bricherasio ordina al Generale Alciati di prepararsi alla ritirata per rafforzare le difese del Gran Serin che si stava rivelando la posizione chiave dello schiera mento. Sul posto rimasero il San Sebastiano con i Granatieri della Guardia, che resistettero ad oltranza, risultando determinanti per l'esito della battaglia. In tarda sera i difensori stremati e a corto di munizioni riescono a respingere l' ultimo assalto Francese

La battaglia è vinta.

Il giorno successivo viene dedicato alla pietosa sepoltura dei caduti. Il luogo di questa non è noto con sicurezza, ma pare sia il così detto : Vallone dei Morti, cioè la piccola valle tra il colle del Gran Serin e quello del G.Pella

.La guerra si concluse l' anno successivo col la pace di Aquisgrana. Il Piemonte ebbe un posto i di rilievo al tavolo della pace ed ottenne compensi territoriali verso est , allargando così la propria arca d'influenza sino al confine con la Lombardia.

La Festa del Piemonte. La battaglia del colle dell' Assietta è rimasta scritta in modo indelebile nel cuore della gente della 'Valle della Dora e di tutto il Piemonte, quale attaccamento alla propria terra. Nonostante abbia segnato solo un breve episodio, poche ore di combattimento a 2400 metri di quota, ha evidentemente significato qualcosa di moltoprofondo ed epico per le genti che allora abitavano la vallata ... la leggenda ha così continuato ad essere ricordata e commemorata negli anni, gene razione dopo , generazione. Da anni questa commemorazione, questo ricordare tutti i caduti, è diventata la Festa del Piemonte che si tiene ogni anno la terza domenica di luglio sul Colle dell' Assietta, lungo i muretti della linea difensiva ancor oggi visibili. Il mattino si celebra una Messa in lingua piemontese in una piccola conca tra la Testa dell' Assietta ed il Gran Scrin, seguita da una sfilata di truppe nei costumi dell'epoca, in rappresentanza di alcuni dei Battaglioni che presero parte allo scontro. Dopo questa commemorazione, che termina intorno a mezzodì, viene normalmente organizzata una polentata in una costruzione poco distante dal colle, verso Sauze d'OuIx. In alternativa è possibile consumare un pranzo al sacco, immersi in una natura stupenda, godendo di quel vento che oggi come allora soffia costantemente sul colle.

Massimo Avalle