La fidanzatina
La borgata di S: Giacomo faceva ,neanche dirlo,la festa patronale a S Giacomo. In tutto erano si e no dieci casolari quattro erano vicini a quello di zio Secondo , gli altri erano sparsi nelle campagne o tra le vigne ,ma in occasione della festa  arrivavano da altr parti ragazzi e ragazze. Qualche giorno prima arrivava la giostra delle catene, i saltimbanchi con il loro carro coperto dal tendone, trainato da un cavallo che facevano anche sfilare per le vie del borgo tutto infiochettato. E poi arrivava il ballo a palchetto.
Già dopo pranzo della domenica i suonatori cominciavano a suonare ma l’ apertura era verso sera .Le madri accompagnavano le figlie a guardare a ballare, ei ragazzi, giravano da una all’altra a chiedere di ballare.Qualche ragazza da marito ne adocchiava qualcuno poi se la madre non diceva nulla salivano sul ballo. Lì facevano un timbro sulla mano , in quel modo erano a posto tutta la sera.
C’era una ragazzina della mia età che abitava  al “Rocass”, una casa rurale amezzora circa dalla casa di Zio Secondo : era tutta piena di lentiggini e aveva i capelli rossi, due trecce che gli cadevano sulle spalle, un grembiulino rosa con i fiori e un golfino fatto all’ uncinetto. Si chiamava Barbara, e per mano di sua madre guardava a ballare. E io … guardavo lei.
Il nonno fremeva e gli si accapponava la pelle ad ascoltare la fisarmonica, non resisteva molto, appena cominciava “La monferrina” prendeva la zia Caterina che per l’ occasione si era messa il vestito della festa e saltava sul ballo; veramente il nonno era a sui agio più a rincalzare i fagioli e zappare il granturco, ma faceva del suo meglio.
Domenico  e Timoteo vicini a me non mi lasciavano, a tutti i costi volevano che li accompagnassi a tirare i tappi con il fucile, io invece volevo restare  a guardare a ballare…bè pi o meno , intanto che guardavo  escogitavo il sistema per invitare Barbara.
Zio Secondo che era un furbacchione aveva capito e abbassandosi mi sussurrava in un orecchio:-
“ Guarda che bella ragazzina: chedigli di ballare” intanto Timoteo e Domenico mi tiravano per il braccio
e io : -“ lasciatemi stare che poi il nonno mi sgrida !”(bugiardo) –“ vuole che stia per mano a zio Secondo”( due volte bugiardo ).
Allora arrabiatio   Timoteo prendendo per la mano Domenico mi rispondeva :Va cagare! Stupido!”
Appena allontanatisi Zio mi diceva :- dai corri!”- Allora  io tutto rosso come un tacchino , con un filo di voce avvicinandomi dicevo: “ Barbara balli con mè?- Lei  venendo ancor più rossa di me, guardando sua mamma con quegli occhioni che mi sembravano i più belli del mondo, facendosi piccola gli domandava :-“Posso?”- Passavano un paio di secondiche mi sembrava una eternità, quasi sarei sprofondato pensando che gli dicesse di no; e guardando la madre : un donnone grande e grosso mi sembrava di essere ancora più piccolo : infine :-Và !! ma non scendere giù da sola. Mi raccomando !”
Felice come una pasqua la prendevo per una mano e salivo sul ballo, il padrone mi faceva il timbro ma non mi faceva neanche pagare: Io  prendevo barbara tra le braccia e un po’ pestando i piedi a lei , e un po’ inciampando nei miei, la portavo in mezzo al ballo, ma non molto in mezzo , altrimenti Timoteo e Domenico non mi avrebbero visto, intanto li guardavo con la coda dell’ occhio : erano a pochi metri dal ballo e morivano di invidia , io avevo trovato la fidanzatina , loro stessero pure a tirare i tappi…..

 

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