Il Gomitolo

 
Egidio stava rientrando da pascolare le oche quando lungo la bealera un gelso caduto per il vento attirò la sua attenzione : in un buco sul tronco si infilò un omino alto si e no un palmo.

Veloce Egidio introdotto il bastone che teneva in mano  cominciò a dimenarlo nella fessura e quando l’ omino saltò fuori gli buttò il cappello sopra imprigionandolo, poi si tirò la manica della maglia sulla mano per timore di essere morsicato e in filata la mano sotto lo catturò, L’omino cercava di mordere, dimenava inutilmente braccia e gambe cercando di divincolarsi ma il ragazzo tenendolo stretto in mano corse a casa. In cantina c’ era una gabbia di rete dove si mettevano i formaggi a stagionare al riparo dai topi, lui infilò l’ omino dentro dopo di che riportò le oche a casa.

Al pomeriggio quando tutti i grandi erano tornati al lavoro dei campi tornò in cantina : l’ omino era seduto su una toma e quando lo vide entrare si rizzò in piedi, si mise le mani sui fianchi e con un coraggio incredibile per una creatura così piccola intimò " Liberami andare subito! Non sai chi sono io! "

Il Monello dritto sulla punta dei piedi lo guardò curioso " Perchè chi saresti? Forse uno scoiattolo parlante? "

    "Sciocco! Io sono un Folletto, una divinità dei campi e se non mi liberi subito ti farò passare un brutto momento "

Il monello un pò spaventato ma anche divertito dal vedere un omino così piccolo ma così prepotente rispose : " Certo! Ora che ho trovato un così bel gioco dovrei lasciarmelo scappare! " 

Il Folletto cominciò a girare in tondo con le mani dietro la schiena, scuotendo le orecchie a punta che spuntavano dalla cuffia, si fermò proprio di fronte al naso appiccicato alla rete della formaggiaia " Facciamo un contratto : se mi liberi ti faccio un regalo, qualsiasi cosa che tu voglia "

    " E se io non ci stò ".

    " Se non mi liberi immediatamente questa notte manderò le formiche rosse a divorarti nel sonno " Minacciò spazientito.

Così dicendo voltò le spalle e si coricò sul formaggio. Passarono un paio di minuti lunghi un’ eternità poi Egidiodisse :

    "Ci sarebbe un regalo che desidero, avrei piacere di essere più grande , così non dovrei più andare a scuola e a pascolare le oche ".

    "Alla buonora! Ti sei deciso? Fammi uscire! "

    "E no! Chi mi dice che appena fuori tu non scappi lasciandomi qui come un fesso? "

    "Parola mia "

    "Già ma c’è il detto che non vi sia nessuno più bugiardo e falso di un Folletto ".

Il Folletto aveva già oramai perso la pazienza " Ora ne ho le scatole piene! Vuoi il regalo? Orbene vai nel cesto del cucitoe portami un gomitolo di lana "

    "E perchè "

   "Perchè voglio andarmene via da quì ! " Gridò, in piedi con le gambe large le mani sui fianchi e gli ochietti che sembravano di fuoco. Egidio dopo un paio di minuti arrivò con un gomitolo grande quanto un pugno " Questo va bene? "

    " Va bene! Va bene! Fammi uscire affinchè io lo tocca, dopo questo rapresenterà la tua vita, quando vorrai far passare il tempo più in fretta basterà strapparne un pezzo, a seconda la lungezza passerà un giorno o un anno ".

Il Monello acchiappò il folletto e lo avvicinò al gomitolo, appena lo toccò dal gomitolo se ne staccò un pezzo il ragazzo si sentì divenire più alto e il folletto gli sfuggì di mano, dallo scaffale della cantina gli disse : "  Il regalo te l’ho fatto dora avanti vedrai la tua vita scorrere via e il gomitolo divenire sempre più piccolo ".

Con una risata allegra scomparve in un buco del muro.

Guardò il gomitolo intanto che usciva dalla cantina, di fronte allo specchio della camera da letto ne strappò un pezzetto e si vide più grande e i pantaloni rimpicciolirsi, non credendo ai proprii occhi ne strappò un pezzo piu lungo e vide i primi peli spuntare sul suo viso, ne strappò un pezzo ancora più lungo e si vide diventato un uomo, corse concitato in stalla per mostrsi a sua madre : lei con i capelli bianchi era seduta in un angolo " Madre guardatemi! ".

Lei non rispose.

    " Da quando è morto nostro padre non è più lei " Si voltò suo fratello anche lui con i primi capelli grigi lo guardava

curioso di vederlo vestito con i pantaloni da bambino.

Intanto il tempo passava, incontrò una ragazza e siccome aveva fretta di sopsarsi strappava un pezzo di lana, un altro lo strappò quando doveva andare a militare, e uno quando attendeva la nascita del figlio, quando l’ annata era secca e quando l’ annata era piovosa , quando la vacca doveva partorire, e quando il figlio andò a militare.

Nel cassetto il gomitolo si accorciava piano piano, più era piccolo e più lo faceva velocemente, un giorno andò a vedere

Non era rimasto che due giri, cercò di fermarlo ma lui impietosamente continuava a consumarsi.

Reggensosi con il bastone uscì dal cortile e si diresse verso la bealera, si sedette su un pietrone e guardando verso i campi rifletteva come è corta la vita quando dal ramo di un gelso si sentì chiamare, si voltò : seduto su un ramo il Folletto lo guardava allegramente dondolandosi al vento, con la mano si prese nel naso e fece una pernacchia " Ciao!! Come ti senti ora che sei nell’ età che si cammina con tre gambe? "

Saltò giù dal ramo e cominciò a ballare in tondo battendo le mani e cantando " Non mi prendi più-u! Non mi prendi più-u!! ".

Si fermò un attimo , con le gambe larghe, gli ochietti di fuoco e le braccia sui fianchi : " Hai fatto il furbo tutta la vita e ora non ne hai più. Ti sta bene! "

    " Ti prego fammi ritornare giovane " Implorò Egidio.

    " E no! Altrimenti ‘ Caterina’ ( la morte. Ndr) si arrabia perchè rimane senza lavoro, ma avere timore, verrò ogni tanto a farti visita nel regno dei morti per farmi beffe ti te per ciò che mi hai fatto e di come hai sprecato la tua vita ...

Fischiando come uno scricciolo saltò sul dorso di una rana e scomparve in mezzo all’ erba nata dopo le stoppie.

Egidio restò seduto con fatica trasse dal taschino il gomitolo e lo guardò, ne restava un pezzettino lungo come il dito, pensò a tutti quelli che aveva strappato tanto per passare il tempo più rapidamente e guardò lontano...

Un uccellaccio nero spuntava dalle nuvole, il volto pauroso sembrava quello di una donna e la falce sulla spalla luccicava alla luce del tramonto...