I MAGGIOLINI
Avevamo raccolto una manciata di maggiolini sotto il viale alberato, li messi nel fazzoletto e il fazzoletto nella cartella .Maddalena ci aveva dato cinquanta lire per comperarci il cioccolato per colazione , non capitava spesso , solitamente ci metteva pane e mela o qualche volta il pane con l' uovo , ma siccome aveva venduto i conigli , ci aveva dato la mancia come usava fare.
Cesare aveva subito voluto la sua e così eravamo passati a comperarle , intanto che andavamo verso la scuola , quei bei maggiolini grandi due volte il nostro pollice erano una tentazione troppo forte , così mentre da una mano succhiavamo il cioccolato con l' altra frugavamo tra i sassi del selciato sotto i platani , dopo eravamo tornati sui nostri passi e lungo la strada del muraglione , dall' orto della Francesca sporgeva un albero di Lazzeruoli , con il coltellino da appuntire le matite raccogliemmo un pò di spine , poi partimmo di corsa verso la scuola . Giungevamo alla cima della via Rubatera che il bidello già stava suonando la campana , facevamo ancora una corsa , giungevamo in classe trafelati . La maestra ci guardò di storto ma non disse nulla , era oramai abituata , Cesare tutto tirato alucido con il libro aperto neppure si voltò , intanto che tutti quanti in piedi dicevano la preghiera noi ci mettevamo al nostro posto ; l' ultimo banco nell' angolo dei somari, cercavamo di sistemarci un pò , pulirci le mani con lo sputo e tirare su le calze cadute , moscie sulle scarpe .
Erano tutti seduti composti a guardare la maestra che scarabocchiava sulla lavagna , ma io e Giuseppe con le mani sottoil banco avevamo tirato fuori il pacchetto con i maggiolini , poi due a due li infilzavamo con la spina in modo che stessero affiancati , quando avevamo preparato due copie a ciascuno li lasciammo andare , loro ubriacahi dalla luce o forse dal dolore partirono a razzo raschiando le ali uno con l' altro, sorvolarono le ragazze e caddero ai piedi della maestra . Le ragazze si misero a gridare per fare le schizzinose , la maestra chiese : " Chi è stato?"
Ma noi zitti facevamo finta di nulla e guardavamo in giro ( come per cercare da dove arrivavano) , allora la maestra ci domandò :" Voi non ne sapete nulla?". Noi con la faccia più innocente del santino appero al comò della nonna : " No! Signora maestra ! Sono arrivati da quella parte ..."
E indicammo verso Cesare .
Dopo un paio di parole , la lezione riprese , appena avevano distolto gli sguardi da noi , avevamo ripreso a giocare con i maggiolini , il bidello entrò con il fiasco dell' inchiostro e iniziò a riempire i calamai , e lì che ci venne un colpo di genio degno di " Leonardo Da Vinci"
Tra un maggiolino e l' altro infilammo un pezzo di foglio di quaderno arrotolato a mò di sigaretta , il pezzo che sporgeva da dietro lo spezzammo in modo da formare una sorta di pennello , prima di lasciarli andare bagnammo la punta del pezzo di carta nell' inchiostro : il volo fu una meraviglia !!
Peccato che appesantiti dal carico dopo un paio di metri caddero , uno sulla schiena di Lucia , macchiando il grembiulino bianco . Non fosse mai capitato !!! Lucia e Giovanna si misero a srilla re come due pazze , Cesare parlando in italiano per rufianarsi la maestra " Quando arriviamo a casa lo dico alla nonna !!! Così imparate !!! " La maestra cercava di calmare le ragazze , Giuseppe votandosi verso suo fratello Cesare " E io ti dò tante di quelle legnate che tiricordi finche vivi! " Chi si schierò dalla nostra parte conto gli spioni chi con Cesare , finchè il bidello sentendo tutto quel parapiglia entrò e sedò la rissa . Noi finimmo nel corridoio.
Al termine della lezione ci portarono dal direttore , lui scrisse qualche cosa sul quaderno , noi stavamo con gli occhi bassi sperando che soprasedesse , invece ci disse :" Domani venite accompagnati dai vostri genitori " .
Intanto che tornavamo a casa dissi a Giuseppe : " E ora come lo diciamo alle nostre madri?"
" Non Temere ! Ci avrà già pensato Cesare , quello spione non aspetta altro !! "
Era vero , appena giunto a casa , aveva raccontato tutto e di più , zia Margerita ( la mamma di Giuseppe e Cesare ) ci aspettava in mezzo al cortile con le mani sui fianchi e un ramo di salice ben stretto , appena arrivati cominciò a ficcarci vegate sul sedere e sulle gambe nude , Cesare ci guardava dalla finestra e rideva soddisfatto. Con nostra sorpresa la nonna uscita di casa riprese zia Margherita " Lasciali stare ora , Dopo ci penso io !! Non bisogna che qualcuno gioisca "
Così abbiamo imparato che alla nonna non piacevano gli spioni . Per una settimana non abbiamo più mangiato il budino dopo pranzo, abbiamo dovuto portare i maiali al pascolo , e solo dopo che abbiamo trascritto e imparato a memoria una intera pagina del Vangelo ci ha tolto dal castigo . Però abbiamo avuto la soddisfazione di vedere Cesare rodersi dalla rabbia .