Straordinario trionfo di Fausto Coppi

Giro d'Italia: 32ma edizione, 17ma tappa, 10 Giugno 1949, Cuneo - Pinerolo (Km 254). L'airone apre le ali e plana a Pinerolo dopo un fantastico volo solitario di 190 Km. Il campione di Castellania, primo su tutte le storiche cime franco-piemontesi.

Semplicemente un capolavoro. Non crediamo vi possa essere modo migliore per definire la corsa di Fausto Coppi. L'attesissima tappa delle Alpi Occidentali, dei cinque mitici colli che rispondono ai nomi del colle della Maddalena, del Col de Vars, del Col d'Izoard, del Monginevro e del Sestriere, ha consacrato definitivamente lo straordinario atleta della Bianchi come uno dei ciclisti più forti di tutti i tempi, anzi forse il più grande di sempre. Scattato sulle ultime rampe del Colle della Maddalena per andare a riprendere Volpi, quando pareva un assurdo andarsene completamente da solo, Coppi ha dato vita ad un'impressionante prova di forza. "E' stato un caso, ha dichiarato il grande protagonista all'arrivo, sono uscito dal gruppo per raggiungere Volpi in fuga, mi sono sentito bene ed ho continuato". Una spiegazione persino troppo semplice di fronte all'epica di un'impresa che rimarrà per sempre nella storia di questo sport. Tra poco più di un mese il Campionissimo sarà al via, per la prima volta, sulle strade del Tour con la nostra Nazionale e noi, orgogliosamente, vogliamo credere che egli abbia voluto far vedere in anticipo ai Francesi (già poiché per i transalpini la Grande Boucle è sempre "un altra cosa") un saggio della sua immensa classe. E proprio sul col d'Izoard, che aveva reso invincibile Gino Bartali consegnandoli i Tour de France del 1938 e del 1948, è sembrato consumarsi il momento decisivo della sfida. Il rivale toscano rimasto unico indomito inseguitore dell'atleta piemontese, pur aggredendo, infatti, i tornanti con circa 6' di svantaggio, a detta di molti osservatori stava riprendendo il suo passo, e a dimostrazione di ciò, con energico vigore, aumentava il proprio ritmo di rampa in rampa, ridonando speranza ai suoi tifosi. Tutto inutile. In cima alla mitica vetta il distacco era pressoché immutato, anzi il cronometro segnava un divario di 6'55''. A Briancon, il patron del Tour Jacques Goddet, direttore dell'Equipe, entusiasto rendeva omaggio al Giro d'Italia che aveva valicato i confini nazionali dichiarando: "Grande tappa, grande Giro, due grandi campioni. Anche Bartali si batte meravigliosamente". In cima al Monginevro, i nostri due fuoriclasse più amati erano separati da 6'46'' e sul colle del Sestriere, l'ultima salita prima dell'arrivo di Pinerolo, il cronometro segnava 8'50'' a favore di Coppi, o come ha sottolineato qualche tifoso del ciclista toscano, dell'atleta più giovane. Lo stesso indomabile Gino Bartali, in un momento di sconforto, manifesterà i suoi sentimenti al direttore della Gazzetta dello Sport, Emilio De Martino: "Sono vecchio....Questa maglia gialla si è un poco sporcata. Ricorda a Lourdes lo scorso anno, lei disse che la maglia gialla del 38 era ritornata nuova? Ebbene adesso è ridiventata vecchia e sporca."

La città di Pinerolo ha tributato a tutti gli atleti una splendida accoglienza. Ed anche il tenace Leoni ex maglia Rosa, nel compiere il giro d'onore nel campo sportivo, è stato omaggiato come se fosse stato il vincitore di tappa, a dimostrazione con quanto grande affetto, civiltà e sportività la gente segua questo nobilissimo sport. (Fonte: quotidiano sportivo "La Gazzetta dello Sport".)

A cura di: Spirito Francesco